giovedì, agosto 07, 2008

VIA... SIAMO SERI!

Tiriamo tutti un sospiro di sollievo… pensavamo che la seconda squadra di Milano avesse finalmente trovato "l’allenatore", ma dopo le schermaglie verbali dei giorni scorsi con Martire Ranieri siamo ormai convinti che Mourinho sia solo la versione portoghese di Piagnisteo Mancini (Piagnisteo non ce ne voglia, sappiamo bene che Specialone non ha mai tirato un calcio a una palla…)

Tra le tante scemenze riportate dalla stampa però ce n’è una in particolare sulla quale vorremmo soffermarci. Qui è Mourinho che parla: "…ho bisogno di vincere per essere felice, per avere la sicurezza che tutte le cose stiano andando bene, anche per questo ho vinto tanto nella mia carriera"...

Via, siamo seri e non “allarghiamoci” troppo!

Tanto per cominciare, vincere la “Superliga” con il Porto (o con il Benfica) non ci sembra un’impresa da raccontare ai nipotini! E’ un po’ come vincere il campionato Romeno con la Steaua o con la Dinamo di Bucarest… (chiedere a Walter Zenga o al Trap che in Portogallo ha vinto una Superliga a sessantaquattro anni suonati...)

Dice: “Specialone con il Porto ha vinto anche una Champions”... è vero... pensate, quell’anno in finale c’era perfino il Monaco di Didier Deschamps, immenso centrocampista della Juve e della Nazionale Francese…

E i successi in terra Inglese?
Anche qui, sempre secondo noi, non c'è nulla di cui andare particolarmente fieri.
Il Chelsea se la giocava con le più forti già prima dell’arrivo di Mourinho. Nel 2004, malgrado Ranieri allenatore, il Chelsea aveva chiuso al secondo posto in Premier League e in Champions era arrivato a giocarsi l’accesso alla finale proprio contro il Monaco di Didi Deschamps…

Poi è arrivato il miliardario russo (in realtà era arrivato l’anno prima ma non fa una grande differenza…). E siamo onesti… vincere la Premier con il Chelsea di Abramovich non è proprio come vincere lo scudetto con il Verona Hellas di Celestino Guidotti… (chiedere all'Osvaldo... e, ben inteso, con tutto il rispetto per Celestino!).

Ma se non basta, pensate che se non fosse stato per un banale e malaugurato scivolone di John Terry nell’ultimo decisivo rigore contro il Manchester United in finale di Champions, oggi un tale di nome Avi Grant potrebbe essere ricordato come il più grande allenatore del Chelsea e forse a quest'ora potrebbe perfino sedere sulla panchina dell’inter.

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